Empoli, conosciuta oggi più per le sue piccole e medie imprese collegate al settore manifatturiero, è stata in epoca antica un centro artistico molto importante, che all’alba del Quattrocento guardava a Firenze e da qui allo stile gotico internazionale. Masolino da Panicale,  nativo del Valdarno superiore, insieme a Lorenzo Monaco e Starnina è stato uno dei principali interpreti di questo stile europeo, appreso anche attraverso un probabile viaggio nel Nord Italia e in Ungheria.  Si distanziano dalle sue opere giovanili, dotate di una flessuosa eleganza, quelle realizzate dopo il suo rientro a Firenze, avvenuto nel 1422, intervallo di tempo che gli permise di apprezzare le novità sviluppate in città sia da Beato Angelico che, principalmente, da Masaccio, con il quale collaborò alla Cappella Brancacci fra il 1424-25, al termine dei lavori svolti presso la chiesa di Santo Stefano a Empoli, cittadina dove tornerà successivamente per dipingere la podeosa Pietà nel Battistero della collegiata di S. Andrea. Nonostante che il pittore non abbia mai rinunciato ad una pittura improntata alla gentilezza del tratto e accompagnata da campiture dai colori delicati, si nota chiaramente, in questa importante opera, l’influenza di Masaccio, sia nei volumi maggormente definiti e meno allungati, come nelle rese spaziali più chiare come nelle relazioni e nel rapporto fra gli elementi compositivi, ma principalmente nel coinvolgimento emotivo che si sprigiona dalle figure sacre rappresentate.

Per chi non abbia potuto seguire la visita è possibile ascoltarne una breve intoduzione https://urly.it/3a3-6 grazie all’esposizione della dott.ssa Elena Nesti, il cui video è ospitato sul canale YouTube del sito istitutuzionale della Città di Empoli https://www.youtube.com/c/Citt%C3%A0diEmpoli

La mostra si snoda negli spazi espositivi del Museo della Collegiata di Sant’Andrea e della Chiesa di Santo Stefano degli Agostiniani

 

                                                                       

 

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